Fiori di Bach nella fase post operatoria al seno #2

Fiori di Bach nella fase post operatoria al seno

Studio presentato al Congresso “Attualità in Senologia” del 11-15 Novembre 2003, Firenze

a cura della Dott.ssa Silvia Cecchini

Dal gennaio 2002 al giugno 2003 sono state reclutate, presso il servizio di Medicine complementari del Centro per lo Studio e la Prevenzione Oncologica di Firenze, 63 donne operate di carcinoma mammario, disponibili ad essere trattate, per i loro disturbi (in genere disturbi menopausali spontanei o da terapia antiestrogenica), con i Fiori di Bach, e , in casi selezionati, con l’insegnamento di tecniche di rilassamento. La valutazione dell’efficacia del trattamento si è basata sul questionario SF-36, questionario sulla qualità di vita validato in Italia su più di 7000 soggetti. Il questionario, autosomministrato, valuta nove aree differenti:attività fisica, ruolo e salute fisica, dolore fisico, percezione dello stato di salute generale, vitalità, attività sociali, ruolo e stato emotivo, salute mentale, cambiamento nello stato di salute.  In tutte le nove aree, valutate prima del trattamento e dopo due mesi, si sono verificati miglioramenti statisticamente significativi (p<0,05).
I Fiori di Bach sono stati prescritti utilizzando un test che si basa sul ritmo craniosacrale della persona, quindi senza utilizzare il colloquio. Il numero di essenze per miscela è stato mediamente di 6. Al primo incontro sono state riscontrate alcune essenze in percentuale statisticamente maggiore di quella attesa (p<0,01):

Star of Bethlem: 53%
Holly 50%
Walnut 50%
Pine 35%
Chicory 26%
CherryPlum 25%
La percentuale così alta dei primi tre fiori è tale da poter suggerire addirittura una loro prescrizione in associazione in sede postoperatoria, prima ancora che la donna si rivolga al servizio di medicine complementari, permettendo così di rivolgersi a molte più pazienti. Al secondo incontro, i fiori prescritti con frequenza statisticamente significativa sono:
Pine 37%
Chicory 41%
CherryPlum 33%

Non troviamo quindi più Star, Holly e Walnut (almeno non significativamente), che evidentemente sono stati armonizzati, mentre restano i tre che già trovavamo al primo incontro, che hanno bisogno di più tempo per essere armonizzati, e che, nella esperienza clinica dei senologi , sono ben rappresentativi di molte caratteristiche psichiche delle donne che si ammalano di tale malattia.

Ritengo interessanti questi dati proprio perché la prescrizione dei fiori si è basata su un test riproducibile e notevolmente indipendente dall’operatore, pertanto non influenzabile dalle sue convinzioni sui fiori necessari alle pazienti in oggetto. Il colloquio con la paziente ha avuto il fine di spiegare i fiori prescritti, e l’efficacia di esso è stata in gran parte dovuta al fatto che la paziente riconosceva se stessa nel ritratto descritto dai fiori testati senza che il medico avesse ascoltato la sua storia, né i suoi problemi.

Molte pazienti stanno continuando il trattamento coi fiori, nonostante abbiano già raggiunto uno stato di benessere a dir loro soddisfacente, perché riconoscono ai fiori un ruolo di “accompagnamento” nel loro percorso di guarigione.

Lo studio qui presentato è stato svolto dal medico Dott.ssa Silvia Cecchini presso il Centro per lo Studio e la Prevenzione Oncologica di Firenze (Istituto scientifico della Regione Toscana) Servizio di Medicine Complementari, ambulatorio per le donne operate di tumore del seno.
Ringraziamo vivamente Silvia Cecchini per il suo lavoro con i fiori, per aver consentito la pubblicazione del suo lavoro su Solaris, e soprattutto le strutture pubbliche che hanno consentito la realizzazione di questo studio.

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